Immotivata nelle ragioni e molto grave negli effetti. Così Giuseppe Vinella, Presidente di Anav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori), ha accolto la cancellazione dell'emendamento alla norma di sostegno al trasporto passeggeri con autobus non soggetto a obblighi di servizio pubblico che la Commissione Bilancio della Camera aveva approvato all'art. 214 del DL Rilancio in fase di conversione in legge. Disposizione che invece si applica, per l'anno corrente e dal prossimo sino al 2034, alle "imprese che effettuano servizi di trasporto ferroviario di passeggeri e merci non soggetti a obblighi di servizio pubblico per gli effetti economici subiti direttamente imputabili dall'emergenza COVID-19 registrati a partire dal 23 febbraio 2020 e fino al 31 luglio 2020".
Vinella è ritornato, commentandolo, sul giudizio pronunciato. La mancanza di motivazioni è stata collegata al fatto che la disposizione "non comportava alcuna spesa aggiuntiva a carico dello Stato, ma si collocava nell'ambito degli stanziamenti già stabiliti" dal Decreto Legge. La particolare gravità della decisione, invece, alla ingiusta e ulteriore penalizzazione delle 6.000 aziende italiane impegnate nel trasporto commerciale con autobus, egualmente provate, in misura importante, dalle conseguenze della pandemia in corso.
"Determina una inaccettabile discriminazione concorrenziale [...], della quale non si potrà non tener conto nelle prossime settimane", ha sottolineato Vinella, per poi aggiungere: "Questa situazione non è accettabile. A nome dell'intera categoria chiedo quindi a Governo e Parlamento un pronto intervento correttivo, in coerenza con la norma già approvata e poi ingiustamente cancellata, che già dal prossimo provvedimento d'urgenza possa recuperare" uno stato delle cose definito dal presidente di Anav "insostenibile".