Con una nota, Regione Lombardia ha annunciato che la didattica a distanza proseguirà almeno fino al 24 gennaio. Per le aziende di Tpl lombarde è un ulteriore rinvio all’ultimo minuto che giunge dopo lo spostamento della data di ripresa delle lezioni in presenza al 50 per cento degli alunni dal 7 all’11 gennaio. Visti i tempi ristretti, il tutto avviene con la turnistica degli autisti già predisposta, con personale fatto rientrare appositamente dalla cassa integrazione e con le assicurazioni dei mezzi già riattivate. Molte imprese, infatti, in un’ottica di contenimento dei costi, avevano provveduto a disassicurare i bus in eccesso durante lo svolgimento dell’esercizio non scolastico. Non bisogna poi dimenticarsi gli interventi di manutenzione straordinaria dei mezzi che sono stati realizzati appositamente in vista della riapertura delle scuole superiori. In molti casi, alcuni bus utilizzati appositamente durante l’esercizio scolastico erano fermi dal mese di novembre. Nelle ultime settimane gli uffici pianificazione delle imprese di autoservizi hanno lavorato duramente per approntare un nuovo esercizio, potenziato anche - in alcuni casi - da corse bis realizzate con macchine granturismo o bus prima impegnati in servizio di linea a lunga percorrenza.
Il problema è particolarmente sentito dalle aziende che operano in ambito suburbano o extraurbano, per le quali gli studenti delle scuole superiori rappresentano la maggior parte dell’utenza. Si aprono a questo punto due scenari: il primo continuare con l’esercizio non scolastico e il secondo iniziare da subito l’esercizio scolastico nonostante le scuole superiori stiano utilizzando la didattica a distanza.
Considerato il momento, la scelta per il decisore, ossia le agenzie del trasporto pubblico locale, non è facile. Continuare con l’esercizio non scolastico vuol dire in molti casi costringere i bus operator a fare ricorso allo strumento della cassa integrazione per gli autisti. Viceversa, partire da subito con l’esercizio scolastico anche in assenza degli studenti garantirebbe a lavoratori e pendolari maggiori frequenze e di conseguenza un minore affollamento dei mezzi pubblici. Far partire l’esercizio scolastico permetterebbe inoltre di creare una sorta di ‘prova generale’. Se non fosse che qualsiasi rimedio implica un grande sforzo da parte degli uffici pianificazione, una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di realizzare un esercizio ad hoc, ossia senza le corse prettamente scolastiche, una sorta di ‘non scolastico potenziato’.
Al momento in cui scriviamo, non è noto sapere quale sarà la decisione delle varie agenzie del trasporto pubblico locale.