Nulla di fatto per il ventilato matrimonio tra la cinese First Automotive Works e la divisione on-highway (per intenderci camion più bus Iveco e non i trattori New Holland, tanto cari alla famiglia Agnelli) di Case New Holland.
Una notizia che ha risollevato il morale delle truppe di politici e sindacati nostrani, ma soprattutto del ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, molto preoccupato per le sorti della controllata – da Iveco - Heuliez Bus, che sarebbe andata in pasto al costruttore asiatico causando non pochi mal di testa al suo dicastero.
A premere per una rottura del fidanzamento gli allarmi dei sindacati e della politica, pronta a valutare il ricorso al ‘golden power’, ossia la facoltà delle Stato d’intervenire in settori ‘delicati’ per il paese. Lo stesso premier Mario Draghi l’8 aprile scorso aveva ricordato la necessità di aumentare la protezione pubblica sulle attività italiane ed era andato in pressing direttamente su John Elkann, presidente dell’azionista di riferimento Exor, accogliendo il placet anche del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, dichiaratosi contento per la fumata nera “poiché la produzione di mezzi pesanti su gomma è d’interesse strategico nazionale.
Difficile capire cosa succederà adesso. Di certo la Exor andrà avanti coi piani esistenti, che comunque prevedono lo scorporo delle attività on-highway (camion, bus e una parte dei motori) da Cnh per la prima parte del 2022.