Autobus sempre troppo vecchiI dati dell’osservatorio Continental sul trasporto collettivo persone italiano




L’osservatorio Continental sui mezzi pesanti ha compiuto uno studio approfondito relativo al settore trasporto persone su strada, concentrandosi in particolare sull’anzianità del parco circolante e sulla classe di inquinamento. Scopo della ricerca è capire come la crisi economica legata alla pandemia abbia influenzato l’introduzione di veicoli più recenti, sicuri e meno inquinanti nel nostro Paese. Per quanto riguarda l’anzianità, il 54,4 per cento del parco circolante ha tra i cinque e i vent’anni, mentre i veicoli fino a cinque anni di anzianità rappresentano solo il 19,4 per cento e quelli con oltre vent’anni sono il 25,7 per cento del totale.

Dallo studio emerge un’Italia divisa in due con un parco circolante nettamente più giovane nelle regioni del Nord, mentre i mezzi più anziani sono immatricolati nel Mezzogiorno. Le regioni che hanno in circolazione autobus più recenti sono Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria. I bus con maggiore anzianità circolano invece in Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata e Puglia.

Per quanto riguarda le classi di inquinamento, il 38,2 per cento degli autobus su strada appartiene alle categorie Euro 5 e 6, percentuale simile a quella degli autobus delle classi Euro 1, 2 e 3, che assieme rappresentano il 38,6 per cento del totale.

I pullman di categoria Euro 0 sono ancora fortemente presenti in Campania (27,2 per cento), Calabria (22,2) e Sicilia (21,2). Le categorie più recenti - Euro 5 e 6 - sono presenti in particolare nelle regioni settentrionali, tra cui svettano Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia dove i veicoli di queste classi ambientali sono rispettivamente il 71,8 e il 59,3 per cento. Particolarmente alta la quota anche in Lombardia (55,3 per cento), Valle d’Aosta (54,4) ed Emilia Romagna (48,3).