A un passo dalla sostituzione del tpl con i (troppo costosi) servizi navetta?L’emblematica situazione trasportistica in alta stagione del comprensorio dell’Alta Pusteria che cambia, in peggio, di anno in anno




C’è un territorio dove, nel corso degli ultimi anni, si assiste, curiosamente a ‘passi indietro’ del trasporto pubblico locale su gomma. È il caso dell’Alta Pusteria, nella provincia autonoma di Bolzano, zona in cui si trovano i noti comuni di San Candido, Dobbiaco, Sesto, Monguelfo, Villabassa e Braies, che sono delle famosissime destinazioni turistiche. Nel corso degli ultimi anni infatti in quest’area si assiste non solo a curiosi casi di ‘accorciamento’ di linee che prima erano, addirittura internazionali e interprovinciali, ma anche, fenomeno che sta sempre più prendendo piede nel corso delle ultime stagioni estive, a un proliferare di costosi servizi navetta con autobus che, di fatto, più che affiancare, sostituiscono il tpl. Lo scopo, lo diciamo subito, sarebbe in via di principio anche nobile, ossia quello di creare politiche di mobility management che, in un territorio che soffre di overtourism, disincentivino l’utilizzo dell’auto privata individuale, favorendo l’uso del trasporto pubblico locale. Ma purtroppo si rischia un ‘effetto paradosso’ e per la classica ‘famiglia Brambilla in vacanza’ c’è il rischio di ritrovarsi dopo aver usato per le proprie gite tali navette, a fine giornata, per non dire a fine vacanza, ad aver speso cifre davvero impegnative.
Con grande lungimiranza la provincia di Bolzano, a metà anni novanta introdusse il sistema delle ‘carte valore’. Chiaramente modellato sulle modalità di tariffazione in vigore nelle vallate alpine austriache e svizzere prevedeva una quota giornaliera pro capite a cui si aggiungeva un corrispettivo chilometrico incrementale molto basso, indipendentemente dal mezzo di trasporto usato (treno, autobus o talvolta impianto a fune). Per l’utente anche solo nel caso del biglietto andata/ritorno il vantaggio economico era immediato e facilmente evidente. La finalità, ovviamente, era quella di convincere il turista a concedersi una “Vacanza dall’auto”, in anni in cui tuttavia queste aree erano ancora facilmente raggiungibili in treno dal nord Italia, Milano in primis. Effettivamente il sistema di tariffazione integrata è stato un successo e nel corso degli anni le aziende di soggiorno, comprese quelle dell’Alta Pusteria, hanno iniziato, a seconda della stagione estiva o invernale, a regalare o a vendere a prezzo calmierato ai turisti che soggiornano presso le strutture convenzionate, alberghi e appartamenti, carte per la libera circolazione sui mezzi pubblici del comprensorio. Un altro capolavoro compiuto una dozzina di anni fa è stato il rilancio della linea ferroviaria Fortezza-San Candido-Lienz, che ha incrementato notevolmente il numero di passeggeri grazie anche a una corretta attività di pianificazione ‘a pettine’ dei servizi su gomma che compiono una strategica adduzione dell’utenza al servizio ferroviario limitando il più possibile le sovrapposizioni. Il sistema del tpl nel territorio dell’Alta Pusteria rappresenta(va), per i turisti, una valida alternativa all’auto privata individuale. Purtroppo però la situazione è cominciata a cambiare dal 2019 in poi, quando la linea internazionale 447, esercita dall’azienda Holzer di Sesto (BZ), uno dei soci del consorzio Libus, che collegava San Candido con Sillian, primo comune austriaco, è stata limitata presso il campeggio di Prato Drava, frazione di San Candido situata nei pressi del confine. È utile ricordare che il confine è solo amministrativo e non geografico, visto che il valico vero e proprio è ubicato presso la c.d. ‘sella di Dobbiaco’ cioè in territorio italiano. 

Purtroppo è stato poi il turno della linea interprovinciale 440 San Candido-Santo Stefano di Cadore (Bl), esercita dall’allora Saf del gruppo Arriva, molto utilizzata dai numerosi pendolari che dal Comelico raggiungevano le aziende e le strutture turistiche di Sesto e San Candido dove erano impiegati, che è stato limitata presso il confine provinciale di passo Monte Croce.
Questo splendido territorio, soprattutto in seguito al travolgente successo delle prime edizioni della fiction ‘A un passo dal cielo’ ha incominciato a soffrire il fenomeno dell’overtourism in particolare legato al lago di Braies (nella fiction genericamente indicato con il nome di fantasia di ‘Lago di San Candido’) e alle famosissime Tre Cime di Lavaredo.

Nel caso di quest’ultima destinazione, per fare un esempio, la storica linea 444 che partendo dall’autostazione di Dobbiaco permette di raggiungere il parcheggio del rifugio Auronzo situato a quota 2.300 metri, su cui erano valide anche le tessere turistiche, è stata trasformata in servizio ‘Shuttle’ con tariffe impegnative visto che per un biglietto andata/ritorno per un adulto il costo è di ben 16 euro (8 euro per la corsa semplice). Vale la pena a questo punto fare un confronto con l’auto privata individuale, per cui il costo della strada privata/parcheggio per raggiungere il rifugio Auronzo è di 30 euro a veicolo, quindi facilmente ammortizzabile tra 4 o 5 passeggeri. Ecco spiegato uno dei motivi per cui, durante l’alta stagione si creano lunghe file di auto ai caselli di tale strada privata, creando eccessiva confusione nella splendida cornice dei dintorni del lago di Misurina. Sicuramente l’utilizzo dell’auto privata individuale era più disincentivato quando sulla linea 444 valevano le tessere turistiche, le carte valore e le mobilcard ecc. Anche perché la tariffa di 16 euro viene richiesta a fronte di una percorrenza di soli 27 chilometri.
Un’alternativa (per chi era ben allenato) per raggiungere le splendide Tre Cime di Lavaredo era rappresentato dalla possibilità di raggiungere con la linea 446 Dobbiaco-San Candido-Sesto la fermata Pian di Val Fiscalina (hotel Dolomitenhof) da cui iniziare poi, a piedi, l’impegnativa salita verso il rifugio Locatelli.

Purtroppo, a partire dallo scorso 26 giugno, e fino al prossimo 2 ottobre, tale linea non effettua più il ‘cappio’ che permetteva di raggiungere la Val Fiscalina, per cui per chi proviene da Dobbiaco/San Candido deve cambiare presso la fermata dell’ex cabinovia del Monte Elmo per prendere il servizio navetta 440, al costo giornaliero per tutti i passeggeri sopra gli otto anni di età di 8 euro. In questo caso il consiglio è di scendere a Moso e andare a piedi visto che la percorrenza è di soli 3 chilometri, tra l’altro senza una significativa pendenza e con un comodo percorso ciclopedonale, completamente ombreggiato, nel bosco. Il costo di otto euro per percorrere solo tre chilometri, di fatto pianeggianti, sembra davvero esagerato. 

A poter viaggiare gratuitamente su tale navetta sono solo i possessori della Sexten Card che viene rilasciato ai soli turisti soggiornanti presso le strutture convenzionate di Sesto.

Per raggiungere il lago di Braies sempre dall’autostazione di Dobbiaco (distanza 16 chilometri) con la linea 442 o da Monguelfo con la linea 439 il costo del biglietto andata/ritorno per un adulto è di 10 euro. Per dovere di cronaca segnaliamo che è presente un’offerta per famiglie (2 adulti + al massimo 4 bambini entro i 14 anni) ma comunque al costo di 25 euro. Sacrosante le politiche di limitazione all’uso dell’auto privata individuale, ma i turisti in vacanza, inevitabilmente guardano anche alla convenienza. Se si vuole davvero incentivare l’uso del mezzo pubblico bisogna rivedere le politiche commerciali. 

Le tessere turistiche, che tanto merito hanno avuto nel diffondere la cultura dell’utilizzo del trasporto pubblico tra gli ospiti dell’Alta Pusteria, devono tornare a essere convenienti. Ci rendiamo conto che soluzioni come l’obbligo di prenotazione obbligatoria tramite strumenti digitali e la presenza di hostess/stweard dedicati comportino dei costi aggiuntivi, ma questi potrebbero essere sostenuti o dalle associazioni turistiche (magari con il supporto di sponsor) o potrebbero essere adeguatamente considerati nella formulazione delle offerte commerciali delle tessere turistiche

 

Insomma per raggiungere luoghi da favola ‘a un passo dal cielo’ non si può far fare ‘passi indietro’ al trasporto pubblico locale.