A Dortmund le ‘stelline’ passano di manoDaimler trasferisce ai connazionali di Aequita la proprietà dello stabilimento minibus




Storia movimentata quella dell’ex carrozzeria Karl Koch, a Mudersbach (Germania), il cui nome è legato indissolubilmente anche all’Italia. Visto che nel 1999 avrebbe dovuto essere una delle due parti dell’erigenda ToKo, azienda di minibus in cui sarebbero confluite appunto la carrozzeria tedesca e l’italiana Tomassini Style di Passignano. Un progetto mai decollato, che vide ben presto Renzo Tomassini, proposto come amministratore delegato, sfilarsi dal progetto, mosso dallo scetticismo nei confronti degli impianti in cui si sarebbero dovuti realizzare i prodotti.

Fallito l’accordo, Mercedes-Benz decise di fare da sé, avviando comunque la produzione sfruttando la Koch da poco acquisita e fondando nel 2004 la Mercedes-Benz Minibus GmbH, con sede però a Dortmund, in impianti portati stavolta in dote dall’ex Kässbohrer. Una realtà che crebbe costantemente, migliorandosi e trasformandosi, fino a contare ben 260 dipendenti (oggi scesi di venti unità), capaci di produrre – nei tempi d’oro - tra i 1.200 e 1.600 veicoli annui su tre linee dedicate alla scocca e quattro linee di montaggio. 

Ora l’annuncio a sorpresa che il prossimo 1° gennaio la proprietà dell’impianto, con tutti i suoi dipendenti, passerà al gruppo bavarese Aequita, che manterrà però lo status quo sia sul fronte produttivo sia su quello occupazionale, lasciando alla Stella la libertà di “concentrarsi sulla produzione di bus oltre le 8 tonnellate di peso e sui telai”, almeno stando a quanto dichiarato da Till Oberwörder, boss di Daimler Buses e consigliere delegato di EvoBus GmbH.

Nata solo nel 2018 come Reitmor Management e con un capitale sociale di appena 120mila euro, la Aequita di Monaco, definita nell’ambiente finanziario tedesco una società ‘padronale’, già nel 2020, in pieno lockdown da pandemia, si era aggiudicata il gruppo tedesco Willi Elbe, specializzato in componentistica automotive (sistemi di sterzo soprattutto), mentre è dell’aprile di quest’anno il completamento dell’acquisizione – avviata già nel 2018 – d’un ramo d’impresa nientemeno che della Saint-Gobain.

Visto com’è andata a finire, avrà avuto ragione il cavalier Tomassini?